Vinitaly 2024: Un’edizione “calda” tra record di temperature e di rinnovata passione

Il Vinitaly di questa 56esima edizione si è aperta registrando temperature mai toccate rispetto alle precedenti. Un clima caldo tanto quanto l’atmosfera nei padiglioni, popolati da un’affluenza record di professionisti e appassionati, chiudendo con ben 97mila presenze di cui oltre 30mila operatori esteri, con gli Stati Uniti in testa con un contingente di 3700 presenze (+8% sul 2023), seguiti da Germania, UK, Cina, Canada (+6%) e un Giappone in aumento del 15%.
Al di là dei diffusi timori percepiti dopo le fiere di Parigi e Dusseldorf, che hanno forse contribuito ad abbassare le aspettative e a prepararsi al peggio, la fiera veronese ha risposto nel migliore dei modi con un’organizzazione, sia della manifestazione che della città, impeccabile.
Giornate di fiera ricche di soddisfazioni per cantine e consorzi presenti, capaci di integrare
appuntamenti con operatori, buyer e stampa e la mescita per appassionati e sommelier,
senza lasciare scontento nessuno, centrando a pieno quella che si è dimostrata essere la
chiave del Vinitaly e che in questa edizione è risultata ancora più evidente: la presenza di un pubblico variegato, con un’importante quota di appassionati e consumatori finali.
Si perchè, a differenza delle altre fiere che hanno risentito della scarsa affluenza, (da alcuni
definita di ‘’maggior qualità’’), quella veronese mantiene la passione e l’appeal per
mobilitare wine lover da tutta la Penisola, ovvero coloro che il vino lo consumano e lo
raccontano, lasciando poco spazio a commercialismi che invadono il settore allontanando le
persone.
In conclusione, questa edizione di Vinitaly lascia più speranze di quante ne prevedeva in
partenza, confermandosi una fiera capace di integrare buyer, operatori, stampa,
appassionati e consumatori finali come nessun’altra.
Ora la domanda rimane, oltre i wine lover che hanno affollato i padiglioni di Veronafiere,
come si intercetta chi, per sfiducia, per salute o per seguire nuove tendenze, vede il mondo
del vino sempre più lontano?

*****

Il settore vino, come dimostrano i dati dello studio sul Vigneto Italia, impiega circa 303 mila operatori, crea un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro pari all’1,1% del Pil, con una produzione annua di 45,2 miliardi di euro (tra impatto diretto, indiretto e indotto).
E come ribadisce il rapporto sul Turismo Enologico, parliamo di un comparto che coinvolge annualmente 15 milioni di persone (tra viaggiatori ed escursionisti, rilevazioni Città del Vino) con budget giornalieri medi di 124 euro, superiori del 13% a quelli del turista medio, per una spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro. Ma c’è ancora molto da fare per risolvere criticità strutturali quali la difficoltà di prenotazione, il reperimento di informazioni, i collegamenti, fino alla qualità e alle disponibilità del servizio, specialmente se si vogliono intercettare le nuove generazioni che trovano nella customer experience la principale leva di scelta.

Print Friendly, PDF & Email
+ posts
Previous articleNon di solo vino, al Vinitaly si può anche mangiare bene -2- Calendari e info
Next articleDal 4 al 6 maggio Teatro del Gusto nei Quartieri Spagnoli a Napoli