Che stress. Traffico, lavoro, impegni, contrattempi. Un tempaccio che non aiuta a tenere su il morale. E poi arrivi a casa e trovi il frigo vuoto. Ma la voglia di gratificazione è lì che ti aspetta per cena. In questi casi l’unica via di salvezza è ricorrere a un bel piatto caldo, di quelli che fanno tanto “casa e coccole”. Per fortuna la nostra tradizione, i ricordi di famiglia, sono ricchi di piatti, semplici ma gustosi, recuperati dall’arte di arrangiarsi. Abbiamo pensato che fosse il caso di cercarne uno che potesse essere accompagnato da un bel calice di vino che può dare quel tocco in più per recuperare la giornata.
Ecco quindi, ripescata dalla memoria, la ricetta delle Patate alla Savoiarda da accompagnare con il Dolcetto d’Alba di Amalia Cascina in Langa
Molto probabilmente, tra il buio della credenza e la luce del frigo, ancor più vivida quando i ripiani sono vuoti, riuscirete a trovare ciò che serve: patate, latte, fontina (o groviera o emmentaler, o comunque del formaggio che fonda e fili facilmente), burro e sale.
L’arte della bilancia indicherebbe 500 grammi di patate, 70 ml di latte, 100 grammi di fontina, 30 grammi di burro e un pizzico di sale.
Lavate e pelate le patate e affettatele cercando di ottenere delle fette di 4 millimetri al massimo. Fate sbollentare per pochi minuti le fettine di patate in acqua salata e portata a bollore.
Mentre le patate si raffreddano, lasciandole adagiate sullo scolapasta dopo averle scolate, tagliate il formaggio a cubetti.
Fate sciogliere il burro in un pentolino a fuoco bassissimo. Disponete poi su una teglia da forno precedentemente imburrata, le fettine di patate in file ordinate e appena sovrapposte; distribuite a filo il burro fuso e il latte e uniformemente i cubetti di formaggio. Chiudete con qualche fiocco di burro.
Infornate a 200 °C per 15 minuti, per proseguire poi altri 5 minuti sulla funzione “grill”, fino a quando il formaggio diventa filante e lo strato superiore di patate sia croccante.
Una spolveratina di noce moscata o pepe può essere tollerata.
L’intensità fruttata del Dolcetto proverà a contrastare il caldo profumo del formaggio filante mentre al gusto le sue caratteristiche di croccantezza e freschezza puliranno il palato dal passaggio di tendenza dolce e grassezza del piccolo boccone caldo di patate con cuore di burro e formaggio.
Ps. da dove viene il nome? Questa ricetta è conosciuta anche come “Gratin del Delfinato” o gratin dauphinois: è un piatto unico di origine francese. Il Delfinato era una provincia francese che comprendeva l’alta Val di Susa, un tempo dei Savoia. Data la sua origine, una ricetta accreditata come originale prevede l’uso della crème fraîche. Ma ciascuno ha la sua ricetta… e i suoi scampoli di formaggio in frigo. Comunque venga preparata è sempre un successo.
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.