Il trebbiano toscano è uno dei cinque vitigni che vanno a comporre il blend che dà vita al Frascati Superiore Eremo Tuscolano Docg insieme a trebbiano giallo e bombino bianco (tutte insieme non arrivano al 30%) e alla parte maggioritaria delle malvasie (del Lazio 60% e di Candia 10%).
Storicamente coltivato un po’ ovunque in Italia centrale, con cloni anche molto diversi, il trebbiano toscano è un vitigno inserito nel disciplinare di produzione del Frascati al quale Mario Masini fece riferimento agli inizi degli anni 2000, quando progettò il vigneto per proporre il suo modello qualitativo di Frascati. Il percorso per la produzione dell’Eremo Tuscolano si è concretizzato con la prima annata nel 2012, un anno dopo dell’istituzione della Docg Frascati Superiore, i cui parametri più restrittivi soddisfacevano ancor più il suo desiderio di produrre un vino di elevata qualità.
Procanico e biancame sono sinonimi del trebbiano toscano, ufficialmente riportati sul Registro Nazionale della Vite e del Vino, e non va confuso con il trebbiano giallo, modenese o romagnolo.
La presenza del trebbiano toscano nella regione Lazio è attestata solo nel 1833 da Giorgio Gallesio che fa riferimento al procanico di Montefiascone sebbene già il solito Plinio Il Vecchio ne avesse parlato nella sua Naturalis Historia citando il vinum trebulanum prodotto “in agro Trebulanis”, ossia nei dintorni di Capua, e sebbene si fossero registrate diverse testimonianze di famosi ampelografi ed esperti di agricoltura come Andrea Bacci (fine Cinquecento), Pietro De Crescenzi (1303), Agostino Gallo (1567), Gian Vettorio Soderini (1596), Cosimo Trinci (1726) e di altri ampelografi italiani e stranieri.
La pianta del trebbiano toscano presenta un germoglio con apice semi-espanso, lanuginoso, di colore bianco con riflessi dorati; la foglia è grande, pentagonale, trilobata, con pagina inferiore tendenzialmente lanuginosa; il grappolo è grande, cilindrico o conico con ali evidenti, giustamente spargolo o semicompatto; l’acino è di media grandezza, sferoidale e di colore giallo chiaro e trasparente con buccia di media consistenza; la polpa è generalmente succosa, acidula-dolce, con sapore neutro. Il vitigno presenta molta vigoria e garantisce una produzione costante grazie all’elevato peso del grappolo; un vitigno su cui contare poiché riesce ad adattarsi a situazioni di clima anche molto variabili grazie alla sua rusticità.
Il trebbiano toscano garantisce produzione, acidità e nerbo ed è quindi spesso utilizzato in quota minore accanto a vitigni più delicati ma di aromaticità e carattere più spiccati. Si trova a suo perfetto agio con le malvasie come si evidenzia nel blend del Frascati Superiore Docg Eremo Tuscolano.
[Fonte: Scalabrelli G., D’Onofrio C., Muganu M., 2015. Trebbiano toscano. In: Italian Vitis Database – Credit photo: Italian Vitis Database]
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.