“Rosa” è il colore della terra

Tacco Rosa” è il nome di un vino prodotto tra Lecce e Brindisi -in zona Cellino San Marco- in quella Puglia conosciuta anche come “Tacco” d’Italia, in quel Salento che si identifica storicamente per la produzione dei vini rosati.

Il nome è molto appropriato per un vino che con il suo colore rosa delicato e brillante, di grande eleganza, è esso stesso storia millenaria di una terra. Un colore che non ha niente da invidiare a quello dei rosati d’oltralpe ai quali, a mio avviso superficialmente, si fa riferimento. Tacco Rosa si rifà ad una identità antica che il suo produttore, Dario Stefàno, ha voluto recuperare anche in funzione di uno sviluppo e di una valorizzazione dell’intero territorio d’origine.

Intenzioni “politiche” oltre che culturali, affettive e produttive, che sono state accompagnate e “trascritte” grazie all’esperienza dell’enologo -di fama internazionale- Riccardo Cotarella, che ne ha seguito il progetto fin dall’inizio.

Le viti del Salento Negroamaro Rosato IGP “Tacco Rosa” di Tenute Stefàno crescono su un suolo che, al di sotto di un primo strato di terra, è composto da una roccia compatta che impone alle radici di andare a cercare in profondità quegli elementi che verranno poi trasformati in profumi e sapori. Viti di 40 anni, su circa 4 ettari di terreno che per ora producono circa 12.000 bottiglie destinate però ad aumentare, perché se “piccolo è bello” per poter diffondere la conoscenza di un prodotto è necessaria anche una sua presenza diffusa sui mercati.

La scheda tecnica dice che per conservare le caratteristiche del suo vitigno, il Salento Negroamaro Rosato IGP “Tacco Rosa” viene vinificato esclusivamente in acciaio, con una breve macerazione sulle bucce. Ma il progetto che sta alla base del vino è ben più articolato e complesso.

La ricerca del colore per il suo vino va, per Dario Stefàno, ai ricordi dell’infanzia, alle passeggiate con il nonno materno nei vigneti di famiglia, alla storia millenaria del “Lacrima salentino”: è il suo segno distintivo, è identità.

Quando il vino arriva nel bicchiere, all’impatto seduttivo del suo colore rosa cristallino con lampi leggermente aranciati si accordano le prime note profumate delicatamente floreali di violetta e glicine, e alle successive e più intense sfumature di geranio si aggiungono, più in profondità, aromi di fragola e lamponi, erbe mediterranee e melograno. In bocca è fresco e sapido, o meglio salino, con una buona struttura dove finezza e un corpo -molto deciso per un rosato- si rincorrono.

La sensazione complessiva è quella di un vino molto elegante, avvolgente, con una personalità forte e incisiva, evocativo di immagini in cui riecheggiano la Puglia, il Mediterraneo, il Sud con la sua luce e i suoi venti caldi e profumati. E sono gli stessi venti che fanno ondeggiare i capelli dell’immagine femminile riprodotta sull’etichetta, l’immagine di una donna bionda -che quindi va ben oltre gli stereotipi del femminile del sud- a rappresentare le tante contraddizioni e gli intrecci storici della terra pugliese, dove forte è la presenza di donne protagoniste, libere e creatrici.

Una rappresentazione grafica che vuole essere la sintesi, nella sua leggerezza, di una precisa scelta culturale, del progetto di un vino che, nelle intenzioni del suo produttore, rientra all’interno di un più ampio disegno di rilancio della Puglia, una regione che deve lavorare di più per valorizzare il suo territorio e diffondere la sua profonda millenaria cultura.

Rosanna Ferraro

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Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

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