Il libro: Carlo Macchi racconta i 50 anni di Riecine

Riecine, 50 anni di storia chiantigiana
Autore: Carlo Macchi
pp 208- 2021 Slow Food Editore
Euro 50,00

La storia di Riecine è indissolubilmente legata a quella chiantigiana e toscana degli ultimi 50 anni. Anzi le sue vicende, da podere abbandonato e in rovina, al recupero dei vecchi vigneti sino alla ristrutturazione della villa padronale e alla nuova cantina, illustrano bene le tappe condivise con tante altre aziende del Chianti Classico e ne segnano la rinascita come territorio di grandi vini.

Quando nel 1971 John Dunkley e sua moglie Palmina Abbagnano acquistano lo storico podere di Riecine insieme ad un ettaro e mezzo di vigneto ” il paesaggio era per certi versi ancora medievale, con strade bianche, case e cantine spesso senza energia elettrica, rete idrica e telefono”. Ma anche  l’organizzazione del lavoro era ormai superata: gli ultimi strascichi dei contratti di mezzadria, nonostante l’abolizione prevista dalla legge n°756 /1964, continuarono sino ai primi anni Novanta, favorendo l’abbandono delle campagne. Lavorare la terra per 10-12 ore al giorno, esposti agli incerti delle stagioni e sottomessi al capoccia, a fronte dell’impiego in fabbrica per 7 ore di lavoro con salario garantito e vari diritti (ferie, malattie, ecc), è stato per lungo tempo un richiamo irresistibile.

La coppia italo inglese si rimbocca le maniche e rende abitabile l’azienda. Nel 1973 producono il primo Chianti Classico e da allora nessuna annata  è stata saltata. John dal 1976, in virtù della sua esperienza cosmopolita, viene chiamato a far parte della commissione marketing del Consorzio Chianti Classico, partecipando a tutte le attività. Gino Veronelli, nel 1977, loda  la produzione di Riecine e soprattutto rimane colpito da un bianco. Nel 1981 arriva come consulente enologo, Carlo Ferrini e come tale rimarrà sino al 1996 per poi ritornare nel 2016.

Nel 1982 nasce La Gioia, uvaggio di merlot e sangiovese, il primo Super Tuscan aziendale e uno dei primi in Chianti Classico. Non a caso oggi Riecine fa parte del gruppo fondatore del Comitato Historical Super Tuscan che riunisce le cantine chiantigiane produttrici di questa tipologia nata e sviluppata nel Chianti Classico, a partire dal Vigorello dall’azienda San Felice di Castelnuovo Berardenga.

I vini di Riecine (Chianti Classico, Annata e Riserva, La Gioia e gli altri) conquistano sempre maggiori consensi sia tra i critici che nel pubblico dei consumatori e dei ristoratori. Palmina Dunkley però si ammala gravemente e nella tarda estate 1991 morì. Un bruttissimo colpo per John che incarica Sean O’Callaghan, un giovane enologo assunto nel frattempo, sia di seguire la cantina sia di predisporre un business plan da sottoporre agli eventuali acquirenti dell’azienda. Senza Palmina, Riecine non sarebbe stata più la stessa. Sean, però lentamente convinse John a rimandare la vendita e grazie anche alla proficua collaborazione con Carlo Ferrini, arrivano anche i risultati internazionali, tra cui  Wine Spectator che giudica La Gioia 1994 con 90/100, al tempo un punteggio assai elevato, rispetto agli attuali. La necessità di una nuova cantina, più grande e meglio attrezzata, si fa sempre più impellente. John però si rende conto che l’investimento, per le finanze aziendali, sarebbe stato troppo oneroso e cerca un partner che troverà in Gary Baumann, un finanziere americano appassionato di vino. La cantina nuova si farà e nel 1997 John acquisterà anche il vigneto di Vertine, uno dei migliori cru di Riecine. Gli amici per festeggiare il suo 75°compleanno gli fanno incorniciare un articolo di Burton Anderson in cui John dice una frase rimasta iconica “Quando il barone Rothschild, proprietario di Château Mouton Rothschild a Bordeaux, pianterà sangiovese, allora io pianterò cabernet sauvignon”.

Dunkley morì nel 1999, lasciando Riecine nelle mani di Gary Baumann e Sean O’Callaghan.  Alla fine del 2011 Lana Frank acquista da Gary Baumann l’azienda. Adesso la tradizione di Riecine, che nel 2021 ha compiuto 50 anni, è nuovamente in mani forti e motivate a continuare ad assicurare la produzione di grandi vini.

Carlo Macchi, l’autore di questo volume, corredato di splendide fotografie, con la generosità e l’entusiasmo che lo contraddistinguono, ha raccontato Riecine ricostruendone non solo tutti i momenti salienti, dalle origini sino ai giorni nostri, ma soprattutto facendo rivivere le persone a cui si deve questa storia chiantigiana.

Andrea Gabbrielli

Print Friendly, PDF & Email
+ posts

Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

Previous articleVinitaly: RomaDoc, Lezioni di antropologia. Lunedì 13 ore 17
Next articleTante le novità di Amalia Cascina in Langa