Fiano di Avellino: tre proposte per imparare ad amarlo / di Monica Coluccia

Fiano di Avellino

Negli ultimi quindici anni la considerazione del Fiano di Avellino quale grande vino -e che non teme confronti con i più blasonati vini bianchi del mondo- si è andata rafforzando grazie alla pluralità di ottime versioni che ne hanno saputo dare un numero sempre maggiore di produttori. La schiera dei piccoli produttori è andata via via aumentando quando in molti hanno scelto la via dell’imbottigliamento del frutto dei propri vigneti anziché quella del conferimento a grandi marchi storici del territorio, spesso sostenuti dall’intraprendenza delle nuove generazioni. Tale ricchezza è riuscita a creare un vivace interesse attorno a questa Docg irpina, soprattutto per la possibilità di conoscenza del territorio che ne è scaturita a favore degli appassionati della tipologia.
Più voci, e quindi maggiori opportunità di apprezzare anche le differenti specificità dei diversi vigneti -e di conseguenza dei diversi vini che ne derivano- dei 26 comuni compresi nell’intero areale e che fanno capo alla denominazione: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino. Nomi di piccoli paesi irpini che sulla carta non direbbero nulla e che invece oggi sono associati a produzioni vitivinicole di grande livello qualitativo.

Qui di seguito tre proposte di Fiano di Avellino che possono tornare utili per apprezzarne le diverse sfumature territoriali oltre che stilistiche.

I Favati – Fiano di Avellino Docg Pietramara 2018 | Campania
Questo vino riporta in etichetta il nome di quello che è diventato un vero e proprio cru per il Fiano, grazie al lavoro di RosaFiano di Avellino Pietramara I Favatinna Petrozziello e dei fratelli Giancarlo e Piersabino Favati. Pietramara è infatti una sezione di territorio, in comune di Atripalda al confine con Sorbo Serpico, che fa storia a sé da quando, nel 2003, le uve sono state destinate alla vinificazione di questa etichetta, oggi pluripremiata e considerata un solido punto di riferimento per la denominazione Fiano di Avellino. Il Pietramara 2018 propone un approccio accogliente e disponibile, con sentori fruttati di melone bianco e fico d’india, ma anche vegetali e agrumati a ribadirne il profilo innato di freschezza. Sorso equilibrato e ancora fruttato che conserva dinamicità grazie alla sua spina dorsale fresco-sapida. Un vino che è diventato un classico per la costanza qualitativa ed espressiva che riesce a mostrare vendemmia dopo vendemmia. Da provare su un piatto di spaghetti alle vongole.

Cantina del Barone – Igt Campania Fiano Particella 928 2018 | Campania
Il Fiano Particella 928 di Luigi Sarno si è fatto amare per il timbro di originalità con cui riesce a esprimersi.Fiano Particella 928 2018 Cantina del Barone Si ama o si odia per un profilo aromatico scalpitante e di una genuinità disarmante, raccontato da una alternanza di profumi affumicati e dolci: erbe medicinali, agrumi ancora verdi e nespole acerbe ma anche aromi più concilianti di nocciola tostata, camomilla e miele. La sapidità resta il tratto distintivo che conferisce dinamismo a un sorso continuo, pieno ed equilibrato. Un vino sincero e riconoscibile, che ha messo in luce una vocazione territoriale unica, e in cui traspare l’intransigenza di chi lo produce. Le uve per il Fiano Particella 928 provengono da un vero e proprio cru dell’azienda, una parcella di mezzo ettaro completamente reimpiantata nel 2001. Solo 4.000 bottiglie l’anno, vinificazione in acciaio senza aggiunta di lieviti selezionati e con lunga sosta sulle fecce (almeno otto mesi), decantazione statica, nessuna filtrazione, cui segue il necessario affinamento in bottiglia. Ottimo in abbinamento con lasagne asparagi e zucchine.

Villa Raiano – Fiano di Avellino Docg Ventidue 2017 | Campania
Le uve per il Fiano di Avellino Ventidue di Villa Raiano provengono da un vigneto che si trova nel comune di Lapio, Fiano di Avellino Ventidue 2017 Villa Raianoe nel nome ricorda la distanza in chilometri che separano la cantina di vinificazione, in località Cerreto a San Michele di Serino, dal vigneto stesso. L’annata 2017 porta in dote disponibilità aromatica e solarità, con gradevolissime percezioni di bergamotto, salvia, susina gocciadoro e aghi di pino. Ottima la tensione acida che assieme al contrappunto salino svolgono un ruolo antagonista allo spessore glicerico, rendendolo vino di appagante bevibilità. Villa Raiano è tra le aziende irpine che più stanno credendo nel concetto di zonazione e identificazione dei cru, soprattutto per il Fiano di Avellino. La famiglia Basso può “giocare” anche grazie alla disponibilità di vigneti in diversi comuni. Si è partiti vinificando separatamente le uve di Montefredane, che concorrono alla produzione del Fiano di Avellino Alimata, e quelle di Lapio, che invece concorrono alla produzione del Fiano di Avellino Ventidue raccontato qui sopra. Accanto a queste due etichette, ormai note come interpretazioni autorevoli dei due differenti cru, ne è stata affiancata una terza proveniente dalle uve di un vigneto che circonda la cantina e che nel 2017 è uscita per la prima volta in commercio come Fiano di Avellino Bosco Satrano (ne è venuto fuori un vino godibilissimo, essenziale e molto nitido che merita di essere seguito nella sua evoluzione in bottiglia e nelle prossime vendemmie).

Monica Coluccia, romana d’adozione, sommelier dal 2004, ha collaborato per circa dieci anni alla realizzazione degli eventi del vino nella Capitale e alla redazione di riviste e guide di settore (Duemilavini, Bibenda, Vitae, L’Espresso). Dal 2014 presta l’esperienza acquisita alla comunicazione del vino in contesti professionali con seminari di degustazione in tutta Italia. Oltre ad una profonda conoscenza sui territori vitivinicoli italiani e francesi in generale, si è dedicata all’approfondimento dei vini di Campania, Basilicata, Marche e Romagna. Lo Champagne ha fatto breccia nel suo percorso professionale con i panel di degustazione per la guida Le Migliori 99 Maison di Champagne e con i seminari tematici che cura e conduce in Italia.

 

 

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E' sommelier dal 2004. E' stata nelle redazioni di riviste e guide di settore di diffusione nazionale (Duemilavini, Bibenda, AIS-Vitae, L’Espresso, Le Migliori 99 Maison di Champagne). Organizza seminari di degustazione in tutta Italia grazie alla sua profonda conoscenza dei territori vitivinicoli italiani e internazionali. Scrive per gli appassionati del vino su vinotype.it e per la Guida Bollicine del Mondo di Identità Golose.

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