Brunello di Montalcino 2015 Col di Lamo / di Andrea Gabbrielli

Gianna e Diletta Neri

Giovanna “Gianna” Neri di Col di Lamo ha imparato il mestiere da un maestro esigente e lungimirante, papà Giovanni. Nel 1971 fu lui il fautore del trasferimento della famiglia a Torrenieri, una frazione di Montalcino, nel versante est, dove acquistò una proprietà. Aveva compreso che per produrre grandi vini, bisognava lasciare il Valdarno aretino e andare in Val d’Orcia. E l’azienda (Casanova di Neri) passo dopo passo, crebbe e si sviluppò. Spetterà a Giacomo, il fratello di Gianna, raccogliere il testimone (1991) e portarla avanti alla scomparsa del padre. Gianna è più giovane ma sin da ragazzina ha frequentato la cantina e pur avendo successivamente imboccato altre strade – la carriera di avvocato – non è mai stata a digiuno né di vendemmie né di rimontaggi: la passione per la terra e per il vino una volta che ti ha preso, ti rimane dentro e non ti lascia più. “Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati”. La poesia della giornalista e scrittrice brasiliana Martha Medeiros (la versione integrale è riportata sul sito aziendale ndr) è un omaggio alla leggerezza, alla determinazione e alla tenacia delle donne, è un inno a seguire i propri sogni ma anche una chiave di volta per comprendere le scelte di Gianna. In un momento particolare della sua vita, comprende che quel tavolo lo deve assolutamente rivoltare: fare avvocato non la soddisfa più, il suo matrimonio entra in crisi e poi c’è Diletta, sua figlia, da seguire. In un momento di grande cambiamento, personale e professionale, la passione per la terra e per il vino, si riaffaccia prepotente e il Brunello, sin da quella prima annata di papà Giovanni (1978) che aveva aperto la strada, per Gianna diventa il sogno da realizzare. E non c’è consiglio sensato che tenga.

Inizia la sua avventura in totale autonomia, rilevando una parte dei vigneti di famiglia, con una nuova azienda denominata Col di Lamo. Racconterà qualche anno dopo in un’intervista “Il nome Col di Lamo? E’ voluto, non doveva apparire il mio cognome. Non volevo sfruttare la fama di nessuno, ma realizzare il mio sogno. Chapeau ai grandi, ma io faccio i vini che piacciono a me. Cerco uno stile che sia mio”. Oggi sua figlia Diletta è diventata la principale collaboratrice di Gianna. Complessivamente la proprietà si estende per 80 ettari dei quali poco meno di una decina sono vitati (di cui 6 a Brunello di Montalcino, 1,5 a Rosso di Montalcino e 2 ettari a cabernet sauvignon) e sono a conduzione biologica.
I terreni e i vigneti sono situati in una sorta di anfiteatro naturale dove il sangiovese prende il sole del mattino. L’altitudine varia tra i 250 e i 300 metri sul livello del mare su terreni di medio impasto con presenza di scheletro e percentuali variabili di argilla e di calcare. La cantina inizialmente non c’è e Gianna compie le prime vinificazioni in piccoli locali di fortuna e poi in un grande garage a Montalcino. Solo successivamente arriverà la cantina vera e propria, a valle dei vigneti. Colorata di arancione, spiazzerà non poco i montalcinesi più tradizionalisti. All’ingresso una targa riporta una frase tratta dal Piccolo Principe “Fai della tua vita un sogno e di un sogno una realtà“. Anche le etichette dei vini si discostano perché richiamano il profilo di un volto femminile su uno sfondo in cui risaltano il verde e l’arancione: il colore dei vigneti e delle albe (e dei tramonti) sulle colline di Montalcino. Il fondo oro è riservato al Brunello che con l’annata 2003 farà il suo esordio nel mercato.

Come nasce il Brunello di Montalcino Col di Lamo
La vendemmia viene svolta solo manualmente in cassette e i grappoli scaricati nella pigiadiraspatrice. La fermentazione avviene senza l’impiego di lieviti selezionati e le lunghe macerazioni sono a temperatura controllata. A malolattica terminata il vino passa in tonneaux e botti di legno per almeno due anni e poi prosegue in vasche di acciaio fino all’imbottigliamento.

Brunello di Montalcino Col di Lamo 2015
Ha colore rubino di media intensità e profumi delicatamente fruttati, con lampone e prugna in evidenza. Ha una una grande bevibilità, grazie ad una freschezza complessiva d’impianto, in cui la tanncità è ben amalgamata. Equilibrato, nervoso, piacevole, persistente.
90/100

 

Col di Lamo
Loc. Podere Grosseto 28 – Torrenieri – 53024 Montalcino (Siena)
Tel 0577 834433
mail: coldilamo@alice.it
www.coldilamo.com

Andrea Gabbrielli

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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